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Sonni
tranquilli
Debolezza dietro prove di forza
È
davvero efficace la formula che Guido Gentili ha usato su “il sole 24 ore”,
giovedì scorso per definire la condizione del Governo dopo la sentenza della
Corte Costituzionale sul blocco dei contratti del pubblico impiego. Renzi può
“tirare il fiato, ma certo non dormire sonni tranquilli”. Al tavolo negoziale
i sindacati proveranno ad ottenere quello che la Corte ha loro negato,
ovvero gli effetti retroattivi dello sblocco contrattuale. Quando si tratta
di scassare i conti pubblici, state tranquilli che i professionisti non
mancano. Solo che le risorse oramai sono davvero scarse e a Renzi, che manco
può contare sulla spending review, converrà evitare di farsi prendere la
mano. Anche perché, la formula di Gentili, potrebbe variare a secondo delle situazioni. Per esempio, sul fronte
immigrazione, Renzi potrebbe magari dormire sonni tranquilli, ma di certo non
tirare il fiato. La sparata del governatore del Veneto Zaia, chiedere ai
prefetti di ribellarsi al governo sugli immigrati, è indegna, ma proprio per
questo sarà più facile che i prefetti si rendano
conto di dover contribuire all’emergenza. È vero che la
questione migranti ha mostrato il governo nel caos più totale, ma se
Renzi ha chiaro che bisogna portare avanti l’accoglienza, almeno ha fissato
un punto importante, ponendosi in vantaggio rispetto a chi vorrebbe negare il
diritto d’asilo persino ai rifugiati politici o scaricare ogni responsabilità
sui soli paesi mediterranei. Iniziata la partita immigrazione con il piede
sbagliato, Renzi potrebbe ancora rivelarsi il miglior giocatore. Altrettante
speranze Renzi può nutrirle davanti all’intesa annunciata fra Berlusconi e Salvini.
Se domani Berlusconi divenisse l’alleato minore di una forza che ha preso
come riferimento politico europeo Marine Le Pen, è gioco forza che tutto il
ceto medio moderato italiano si schieri con Renzi, ma non perché Le Pen sia
una destra fascista, o comunque impresentabile, ma perché è comunque una
destra nazionalista francese che dell’Italia può giusto riconoscere la
repubblica cisalpina. Dove invece Renzi non può permettersi, né di tirare il
fiato, né di dormire sonni tranquilli è in Parlamento. Il suo continuo
ricorrere al voto di fiducia appare come una forzatura estenuante del massimo
organo del potere costituzionale e questo se non verrà
corretto finirà con l’alienargli le simpatie dell’opinione pubblica. Un
presidente del Consiglio incapace di persuadere le camere con le sue riforme
ed i suoi argomenti, smanioso di procedere a strattoni per tenere il punto,
finisce con il diventare odioso. Tanta forza manifestata in maniera
pervicace, fa sospettare una grande debolezza alle spalle. Se mai questa convinzione
si diffondesse nella maggioranza dell’elettorato, potrebbe rivelarsi fatale
per le ambizioni del premier.
Roma, 25 Giugno 2015
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